Oggi parliamo di Etichette Alimentari

MAKE YOUR BODY YOUR MACHINE
Dicembre 6, 2018
Il dolore alla schiena
Gennaio 2, 2019

Oggi parliamo di Etichette Alimentari

“Siamo quello che mangiamo, ma ..
cosa mangiamo?”

 

Ciò che mangiamo è riportato sulle ETICHETTE ALIMENTARI
Ma il poco tempo a disposizione e i ritmi di vita elevati, portano molti di noi a non leggerle attentamente …
Ricordiamoci tuttavia che ciò che mettiamo nel carrello, finirà poi sulle nostre tavole …

COSA COMPRI?
Spesso succede di acquistare un prodotto con certe caratteristiche per poi scoprire, andando a leggere con attenzione le etichette, che in quel prodotto ci sono materie prime non considerate e qualche volta non volute.

COME FARE PER CAPIRE COSA STIAMO ACQUISTANDO?
Per legge, ogni prodotto confezionato e venduto nei negozi alimentari, deve riportare sull’etichetta alcune informazioni specifiche.
È tutto scritto, solo che viene spesso scritto in piccolo, negli angoli più remoti della confezione, che pochi, pochissimi si prendono la briga di leggere.
Dal 1982, rinforzato dal decreto del 1992, le etichette dei prodotti devono riportare per legge queste indicazioni:
•elenco dettagliato dei ingredienti
•denominazione di vendita
•additivi aggiunti
•chi lo ha prodotto
•il lotto di appartenenza
•la data di scadenza
•la modalità di conservazione del prodotto e il suo utilizzo

→ ogni sostanza contenuta  nel prodotto che supera il 5%, deve essere riportata nella lista degli ingredienti: i componenti della lista vengono segnati partendo da quello più utilizzato fino ad arrivare a quello presente in percentuale inferiore.
Pertanto, controllando l’ordine degli ingredienti di due prodotti simili possiamo farci un’idea su quale dei due sia qualitativamente migliore. Ad esempio se nell’etichetta alimentare di due biscotti l’ordine di olio extra vergine di oliva e margarina è invertito è meglio scegliere quel prodotto in cui l’olio extra vergine di oliva compare per primo

ATTENZIONE: poiché gli ingredienti appaiono in ordine di quantità, alcune etichette alimentari possono trarre in inganno: se per esempio vengono utilizzati due tipi diversi di grassi (margarina e strutto) questi compaiono in etichetta come due ingredienti distinti ma appartengono alla stessa categoria (grassi) e nel loro insieme possono rappresentare un quantitativo superiore (ad es. 25 + 25 = 50%) a quello impiegato per la produzione di un secondo prodotto in cui il termine strutto compare prima tra gli ingredienti (40%) ma che non viene associato ad altri grassi. In questo caso il contenuto lipidico del secondo
prodotto è inferiore

→ etichette ricche di indicazioni alimentari sono sinonimo di qualità del prodotto.
Per esempio la dicitura “olio extravergine di oliva di prima spremitura ” anziché “olio di oliva ” valorizza il prodotto, perché specifica una caratteristica ben precisa di un suo ingrediente

N.B. Il regolamento stabilisce anche che NON è obbligatorio l’inserimento dell’etichetta nutrizionale nei prodotti confezionati in maniera artigianale o forniti dal fabbricante in piccole quantità, oppure preparati nei locali che forniscono direttamente il prodotto al dettaglio.

→ aromi e additivi aggiunti
Se sull’etichetta troviamo la denominazione “aromi” si tratta di aromi artificiali, prodotti in laboratorio. Se sono naturali, come essenze, oli, succhi di origine vegetali sono specificamente segnalati.
Gli additivi sono composti da coloranti, emulsionanti, antiossidanti, edulcoranti e sono segnalati attraverso una sigla alfanumerica, solitamente composta con una E + un numero (E indica che l’additivo in questione è permesso in tutti i paesi dell’unione europea , il numero definisce la categoria di appartenenza), vengono aggiunte al cibo per migliorarne tempo di conservazione, aspetto e sapore
ATTENZIONE: l’uso massiccio di additivi sottolinea la scarsa qualità dell’alimento, dato che in molti casi queste sostanze vengono usate per mascherare l’assenza di alcuni ingredienti troppo costosi o per compensare la scarsa qualità delle materie prime.

→ controllare peso netto/peso sgocciolato
spesso il consumatore sia tratto in inganno dalle dimensioni delle confezioni.
Prendiamo per esempio due tavolette di cioccolato delle stesse dimensioni. La prima costa 1 euro ed è spessa 1 cm (100 grammi), mentre la seconda costa 0,90 € ed è spessa 0,6 cm (60 grammi). Se il consumatore sceglie il cioccolato in base alla dimensione della confezione sarà portato ad acquistare il secondo prodotto, ignaro della differenza di peso dei due alimenti

→ non farsi ingannare dall’immagine riportata in confezione
L’immagine illustrativa sulla confezione ha il solo scopo di richiamare l’attenzione del consumatore e non è necessariamente legata all’aspetto reale del prodotto
ATTENZIONE: non fidatevi della scritta promozionale “senza zucchero” ma leggete attentamente le etichette. Se tra gli ingredienti compare una delle seguenti diciture “sciroppo di glucosio” “sciroppo di fruttosio” “maltosio” “amido di mais” “sciroppo di cereali” l’alimento contiene indirettamente dello zucchero. Queste sostanze infatti hanno un alto glicemico che le rende del tutto simili al saccarosio

E perché non dare una mano all’ambiente?
A parità di qualità e prezzo è buona regola preferire alimenti confezionati con materiale riciclato/riciclabile.

→ tempi e modalità di conservazione.
Nell’etichetta alimentare, la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” indica il termine minimo di conservazione, cioè la data entro la quale il prodotto conserva integre le sue qualità, oltre tale data il prodotto può essere liberamente consumato, ma il produttore non garantisce l’assenza di segni di degradazione più o meno evidenti.
“Da consumarsi entro il …” indica la data di scadenza cioè la data entro la quale il
prodotto dev’essere necessariamente consumato, quindi non è una semplice
raccomandazione come nel caso precedente, ma di un vero e proprio vincolo a cui il consumatore deve attenersi.

→ la data di scadenza posta sull’etichetta alimentare, a seconda del periodo di
conservazione dell’alimento:
• per i prodotti conservabili meno di tre mesi si deve precisare il giorno, il mese e
l’anno
• per prodotti conservabili più di tre mesi, si deve precisare solo mese e anno
• per i prodotti conservabili oltre i 18 mesi si deve precisare solamente l’anno
Tutti i prodotti che richiedono particolari condizioni di conservazione devono riportare tali caratteristiche sull’etichetta alimentare ( es. “conservare in luogo fresco ed asciutto al riparo dalla luce solare)

ATTENZIONE Molto spesso il consumatore è portato a scegliere un alimento anziché un altro per il suo più lungo periodo di conservazione.
Ma, in realtà in molti casi (ma non sempre) un periodo di conservazione inferiore, sottolinea la qualità del prodotto, che probabilmente contiene un quantitativo inferiore di conservanti, ingredienti più pregiati. Per esempio una pasta alle “uova fresche” avrà una conservabilità inferiore rispetto ad una pasta realizzata con “uova in polvere e addensanti”

Fidarsi è bene, Non fidarsi è meglio
• al supermercato preferire alimenti con un basso contenuto di additivi; fare la spesa a stomaco pieno, usando il cervello e non con gli occhi: se il colore di un alimento è troppo appariscente, confrontatelo con il prezzo. Se costa poco sicuramente sono stati impiegati coloranti artificiali
• Preferite i cibi freschi, evitate i cibi precotti e confezionati nei quali l’uso di additivi è spesso importante
Per fare la spesa ci può volere più tempo, ma la vostra salute vi ringrazierà!!!

 

Enrica Biologa Nutrizionista
TimeOut Training