Lo stretching per la performance sportiva e per l’estetica

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Lo stretching per la performance sportiva e per l’estetica

Lombalgie, sciatica, discopatie, protrusioni, ernie discali, cervicalgie, tendiniti, epicondiliti, tunnel carpale, scoliosi, ipercifosi, ernie iatali, problemi alle ginocchia, piedi e spalle, piede piatto e cavo, alluce valgo…
tutto ciò oggi si può affrontare con
una terapia posturale adeguata.

Dopo un’anamnesi accurata e ricercata si va alla ricerca delle cause e origini alle modificazioni che il corpo attua per sfuggire a quelle spine irritative che a lungo andare portano ai dolori.

Il RIEQUILIBRIO POSTURALE AD APPROCCIO GLOBALE CON PANCAFIT È un’attenta ricerca della causa del passato per eliminare gli effetti e i dolori del presente.
Ma lo stretching, su cui si basa tale metodo, può aiutare tanto in due altri importantissimi e impensabili ambiti: la performance sportiva e l’estetica.
Un atleta che pratica stretching ha muscoli più densi e armonici,
nell’esecuzione degli esercizi il suo arco di movimento è più completo e, grazie alla maggiore capacità di decontrarsi, aumenta anche la capacità di contrazione con ovvi risultati.

Un allungamento corretto ad un muscolo antagonista può migliorare di molto e in brevissimo tempo l espressione del muscolo agonista dandogli la possibilità di esprimere tutte le sue potenzialità. La biomeccanica muscolare corretta migliora e con essa la prestazione finale.

 Il vantaggio che può interessare maggiormente le donne è il miglioramento della cellulite in quanto lo stretching aumenta il flusso della circolazione sanguigna che è fondamentale sia per curare sia per prevenire questo fastidioso inestetismo.
(
Con il termine di “cellulite” si rappresenta una particolare condizione morfologica causata da ristagno di liquidi nei tessuti, dovuto ad un’alterazione della circolazione sanguigna e linfatica. È una vera e propria malattia del tessuto connettivo, colpisce sia gli strati profondi  della pelle che quelli più superficiali, provocando alterazioni che possono essere percepite al tatto e a occhio nudo. Quando sangue e linfa subiscono un rallentamento non hanno più la spinta necessaria per rimuovere le sostanze di scarto e restituirle all’organismo disciolte e purificate. Tali scorie, accumulandosi, vanno a formare nell’ipoderma dei veri e propri depositi che premendo sui tessuti ne alterano la struttura dando vita al tipico aspetto a buccia d’arancia).

Certo è che l’allungamento prolungato a cui si sottopongono i muscoli è tale da costringerli ad aprire anche i capillari periferici, i più difficili da raggiungere per il sangue. Che, così, circola meglio in tutto il corpo,compresa la zona posteriore della coscia, la più a rischio di ristagni venosi e linfatici.
Una postura corretta quindi influisce molto positivamente sugli inestetismi cronici.
Alterazioni posturali determinano iperappoggio su di un arto con relativa contrattura spastica della muscolatura responsabile e di un’alterazione funzionale della circolazione veno-linfatica e quindi di un fenomeno di stasi. Ugualmente un appoggio plantare non corretto (cavismo, piattismo) determina nella fase dinamica del movimento un’irregolare spremitura della suola venosa del Lejard e conseguente disfunzione del circolo veno-linfatico di ritorno.

Marcello Righetti
Posturologo Massofisioterapista